Bisogna stare dove sono gli elettori: la campagna elettorale su PornHub del candidato Joachim B. Olsen in Danimarca
La campagna elettorale del candidato alle politiche del 5 Giugno in Danimarca ha visto una strategia diversa dal solito. Difatti Joachim Olsen ha acquistato un banner pubblicitario su una delle piattaforme più diffuse di contenuti pornografici: PornHub. Alla base della sua scelta ci sono poche ma logiche deduzioni.
“Andare dove sono gli elettori“. Dove sono gli elettori? Sui social, sul Web. Secondo le statistiche, l’audience danese su PornHub è abbastanza elevato per posizionare il paese al ventottesimo posto della classifica mondiale di accessi alla piattaforma.
“Metà dell’internet è pornografica“. Difatti, solo su PornHub si registrano più di 92 milioni di utenti. “Perchè non sfruttare lo spazio?” prosegue Olsen.
Con un linguaggio malizioso, che si avvicina scherzando ai fruitori di PornHub, le sua campagne recitano frasi su questo tenore: “Quando hai finito di ‘giocare’, vota per Jokke!”
Non è la prima volta che si svolge una campagna elettorale su piattaforme “non convenzionali”. Abbiamo visto a Berlino nel 2016 Alexader Freier sfruttare la dating app Tinder per le comunali, con slogan espliciti come “Berlino resta gay”. Da questa campagna ci sono stati riscontri positivi, soprattutto nella fase iniziale, e di aver mantenuto la sfera privata e politica ben separate. Nello stesso anno, sul suolo italiano Marco Cappato, candidato alle comunali di Milano, aprì un profilo Tinder e uno Gindr per portare avanti la sua campagna che si rivolgeva soprattutto alla comunità LBGT.
Quanto sono efficaci questo tipo di campagne?
Catturare l’attenzione è per una campagna elettorale di primaria importanza. Utilizzare strumenti anticonvenzionali per comunicare il messaggio (come PornHub o Tinder) è sicuramente un modo incisivo per attirare l’attenzione e rimanere impressi nella memoria. È una strategia che si adatta particolarmente a candidati minori che vogliono arrivare a far parlare di sé online, e sui media. Si può raggiungere in questo modo un pubblico vastissimo con un budget ridotto, aumentando quindi le possibilità rispetto a una campagna convenzionale. È una strategia che prende in prestito la filosofia di Oscar Wilde: “nel bene o nel male, purché se ne parli“.
Tuttavia, continuando a utilizzare Wilde, occorre aggiungere: “Attento a ciò che desideri, perché potrebbe avverarsi“.
Nonostante l’alto numero di utenti che una campagna elettorale su PornHub o Tinder può raggiungere, quanto è efficacie ai fini di voti, una strategia del genere?
Lo spostamento reale di voti a seguito di una campagna del genere è molto ridotta. Gli utenti tendono a non essere colpiti positivamente da messaggi pubblicizzati in piattaforme in cui la sfera intima e personale è così marcata. Difatti, sorgono spesso rimostranze sul fatto che la campagna pubblicitaria ha invaso l’intimità e la sfera privata dell’utente. Il rischio che si incorre è quindi che rimanga un’impressione di diffidenza verso quel candidato di cui si è venuto a conoscenza in una piattaforma anticonvenzionale, rovinando così l’immagine digitale (e offline) che si è costruito a favore della campagna elettorale.